top of page
COPERTURA VENTILATA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stratigrafia tipo di copertura ventilata

1- Struttura portante

2- Perlinato a vista in abete trattato

3- Osb III / tavolato  di abete grezzo prismato e trattato/ soletta collaborante in C.A

4- Freno vapore certificato CE

5- Pacchetto isolante certificato CE

6- Membrana traspirante certificata CE

7- Camera di ventilazione

8- Osb III di chiusura o listellatura portategola

9- Impermeabilizzazione

 

 

 

 

1 -  Struttura in legno lamellare certificato CE e omologato secondo quanto previsto dalle normative vigenti:

- DIN 1052:2008 allegato A;

- Certificato di conformità CE secondo  la norma EN 14080:2005;

 

2 -  Perlinato in abete rosso di categoria A/B con incastro M/F di spessore idoneo a garantire il carico distribuito degli elementi del pacchetto di copertura nell' interasse degli elementi lignei portanti.

 

3 -  Strato di irrigidimento e controventatura ( OSB o tavolato grezzo di abete), richiesto in caso di ristrutturazioni o da calcolo strutturale per realizzazione di un piano rigido posato sopra al perlinato; Viene fissato alla struttura portante tramite chiotatura o avvitatura, oppure nel caso di solette colaboranti in C.A.  con l'ausilio di connettori a gambo cilindrico opportunamente dimensionati.

 

4- Freno al vapore idrofobizzato per tavolato certificato CE

Lo scopo del freno al vapore per la protezione del tetto è quello di controllare il passaggio di vapore attraverso il tetto e quindi evitare il fenomeno della condensa negli strati interni del pacchetto costruttivo. Se analizziamo per esempio il regime invernale, l’aria calda presente nell’edificio presenta una umidità di saturazione (cioè la massima quantità possibile di acqua in forma di vapore presente in un m3 ad una certa temperatura) maggiore rispetto all’aria fredda esterna. Quindi l’aria interna raffreddandosi deve comunque diminuire la propria quantità di vapore acqueo cedendo all’ambiente acqua in forma liquida: da qui il fenomeno della condensa, che può creare danni anche con formazioni di muffe.
La formazione di condensa anche in quantità limitate è in qualche modo un fenomeno inevitabile: occorre comunque cercare di limitare la quantità massima di acqua che si forma all’interno delle pareti, in accordo con le modalità di calcolo e secondo i parametri massimi prescritti dalla normativa. All’atto pratico, al fine di limitare questo fenomeno, si deve cercare porre un freno al vapore acqueo che proviene dagli strati più caldi, in modo tale che l’aria calda che si raffredda abbia comunque un contenuto di acqua simile a quello dell’aria esterna (importante quindi che tale strato sia posto nella parte “calda” del tetto, quindi tra il tavolato e l’isolante). Una barriera totale al vapore non è consigliabile, anche perché si deve comunque poter garantire un certo passaggio di vapore anche nella direzione opposta, per esempio in regime estivo.

 

5 -  Pacchetto isolante di spessore e tipologia  adeguati a soddisfare la prestanza termico- acustica degli edifici  secondo la normativa vigente.

N.B: dal 1° gennaio sono entrate in vigore le modifiche del L.LGS 311/2006 al D.L 19 Agosto 2005 n° 192 in attuazione della direttiva CEE 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell' edilizia.

 

 6- Telo microforato traspirante certificato CE

questa membrana è uno schermo flessibile altamente traspirante che viene posato sopra all' isolante e ha la funzione di  proteggere la copertura e il sottotetto dai rischi di colpi di vento, d'infiltrazione di acqua e neve.

La sua composizione assicura una costante traspirazione del vapore acqueo proveniente dal sottotetto permettendo una rapida e continua fuoriuscita dell'umidità accumulatasi e permettendo così allo strato di isolante di mantenersi asciutto ed efficace. Viene montato con un sormonto di minimo 10 cm; tutte le giunte devono essere opportunamente nastrate, con nastri monoadesivi rinforzati certificati  CE ,  in modo da garantire la perfetta tenuta al vento ed all' acqua .

N.B:  nel caso che si opti per la posa del manto di copertura su listello, occorre porre particolare attenzione alla nastratura di sigillatura del telo traspirante, questo perché non essendovi  nessun altro strato impermeabilizzante  a protezione dell' isolante, lo stesso dovrà garantire anche la tenuta all' acqua ed al vento, nell' eventualità che qualche elemento della copertura si  rompa o venga posato in modo non corretto.

 

 

7- Camera di ventilazione  dimensionata  ai sensi della normativa UNI 8627/6.2.,

con morali di abete trattati di adeguata sezione inchiodati o avvitati alla listellatura di contenimento del pacchetto isolante.

 La camera di ventilazione, fra manto di copertura e strato coibente, deve essere non inferiore a 550 cmq per metro lineare di larghezza della falda, perchè solo con tale dimensione dell’intercapedine l’aria calda è in grado di attivare i moti convettivi ascensionali; l’aria esterna deve entrare nella camera di ventilazione, a livello di gronda, in modo facile e soprattutto deve uscire dal colmo attraverso un elemento di sfiato, adeguato a garantire il deflusso dell’aria riscaldata in quantità almeno pari a quello di entrata.

Lo strato di ventilazione, realizzato secondo le modalità e le dimensioni indicate nelle Norme UNI, agevola con i moti convettivi la fuoriuscita dell’aria riscaldata attraverso la linea di colmo, di adeguata sezione, con una velocità di 0,70 - 0,90 metri al secondo. Il buon funzionamento di uno strato di ventilazione, che abbia una sezione di 600/700 cmq al metrolineare, può portare ad un abbattimento calorico superiore al 40% oltre a tutti gli altri benefici propri della ventilazione come la maggior durata degli elementi che compongono la copertura per l’assenza di muffe e fenomeni di condensa.

 

 

8- Strato di chiusura in OSB III o tavolato grezzo di abete o listellatura portategola.

 

9- Strato di impermeabilizzazione

Realizzato mediante guaine autoadesive singole o accoppiate, generalmente posate con un prima strato liscio, in aderenza alla struttura e successivamento con uno strato ardesiato di protezione.

 

L'importanza del pacchetto isolante

Le dispersioni attraverso la copertura di un edificio sono una parte significativa delle perdite per trasmissione attraverso l’involucro. L’isolamento delle coperture è dunque molto utile sia dal punto di vista del risparmio energetico (edifici ad alte prestazioni energetiche) sia del miglioramento del comfort abitativo.
L’ottenimento di una temperatura confortevole all’interno di un edificio è influenzata per metà dalla temperatura dell’aria e per metà dalla temperatura radiante, ossia dalla media ponderata delle temperature delle superfici che delimitano l’ambiente. Nel caso delle coperture, molto più estese rispetto alle chiusure verticali che delimitano lo spazio abitativo sottostante, l’influenza della temperatura radiante è più consistente per effetto dell’insolazione. Le coperture devono quindi essere molto più isolate termicamente delle chiusure verticali per ottenere nei piani alti una temperatura di comfort analoga a quella presente negli ambienti dei piani inferiori.
Occorre tenere presente che il comportamento della copertura durante la stagione estiva può essere meno efficace che nel periodo invernale.
La copertura infatti è irraggiata dal sole durante tutta la giornata e la quantità di energia che viene intercettata per ogni metro quadrato di copertura è molto superiore rispetto a quella intercettata dalle pareti verticali (in modo più o meno elevato in funzione della pendenza e della conformazione del tetto). In termini molto semplificati la copertura deve possedere resistenze termiche superiori rispetto a quelle che si riscontrano nelle chiusure verticali.
Si ricorda che nei mesi estivi le temperature medie possono raggiungere i 70/80°C.
Poiché la ventilazione degli ambienti interni è l’unico sistema per asportare il calore durante una calda giornata estiva, la resistenza termica dell’involucro e in particolare della copertura dovrebbe essere dimensionata in modo da ridurre al massimo l’influenza della temperatura radiante equilibrandola ventilazione naturale.
La realizzazione di un tetto bioedile ventilato è il primo elemento che influenza in modo positivo la ricerca della temperatura di comfort perché la camera d’aria che si viene a formare tra l’estradosso e il manto di copertura agisce da isolante. Una copertura viene considerata ventilata quando nella struttura viene previsto uno strato costituito da una intercapedine di ventilazione collocata tra l’isolamento termico e il manto di copertura così da sfruttare la massa termica dell’elemento strutturale e a proteggerlo dall’esposizione ad elevati sbalzi di temperatura. In questo modo l’incidenza della temperatura radiante dovuta all’insolazione in estate è minore e in tutte le stagioni dell’anno si riduce l’accumulo di vapore acqueo negli strati. Il secondo elemento è costituito dall’isolante, le cui caratteristiche chimico-fisiche influenzano le prestazioni della copertura oltre che la sua durabilità.

Protezione acustica
Le coperture contribuiscono alla protezione dell’edificio dai rumori aerei provenienti dall’esterno e da quelli impattivi dovuti alla pioggia e alla grandine.
In assenza di una normativa dettagliata (il DPCM 5.12.1997 sui Requisiti passivi acustici degli edifici non ha contemplato in modo esaustivo elemento copertura), è opinione diffusa che le coperture dovranno essere considerate alla stregua delle facciate per quanto riguarda l’isolamento dai rumori aerei.
Nel caso di supporto strutturale latero-cementizio o cementizio, l’azione della massa aerica offre già una buona protezione. Nel caso di supporti lignei è invece la sovrapposizione di molteplici strati leggeri che determina il comportamento acustico della copertura; in questa situazione le prestazioni di isolamento acustico sono affidate soprattutto al materiale usato per la coibentazione.

La scelta dell’isolante
Gli isolanti termoacustici impiegati nelle coperture sono sottoposti a condizioni di esercizio particolarmente severe a causa dell’irraggiamento solare e dei forti sbalzi termici.
L’esperienza applicativa ha evidenziato che queste condizioni di esercizio possono essere tali da compromettere la stabilità di alcuni tipi di isolanti termici, in particolare di quelli sintetici (tenuto conto che la temperatura limite d’impiego è di circa 70°C.) Soprattutto d’estate, quando la temperatura d’esercizio all’interno di isolanti termici applicati sotto manti impermeabili a vista può raggiungere gli 80°C. che i materiali coibenti evidenziano comportamenti e prestazioni molto differenti.

bottom of page